Alessandro Mecca è arrivato nelle Langhe a marzo 2023 con la consueta umiltà e il giusto rispetto per il luogo che lo ha accolto, a dispetto del forte bagaglio di esperienza e dei successi torinesi.
PREMESSA
Era una torrida sera dell’estate 2015. Il mio pancione era giunto al sesto mese di gravidanza e cercavo refrigerio nel dehors del ristorante L’Estate di San Martino, a Villanova d’Asti (AT). Proprio lì, al termine della cena, Alessandro Mecca mi raccontò che aveva appena accettato di trasferire la sua attività e tutto il suo staff a Torino, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Ricordo fu grande il mio stupore e il dispiacere di non averlo più vicino a casa, ma capii da un lato la voglia di un giovane chef (classe 1984) molto promettente di fare il grande salto e dall’altro di garantire stabilità a tutta la sua brigata. Villanova d’Asti è un luogo particolare: sulla carta già Monferrato ma ancora in pianura, base di tante floride aziende ma sicuramente non turistico. Nel periodo torinese ho sempre seguito Alessandro “da lontano”, gioendo per i successi di critica e di clientela che presto lo hanno portato a fregiarsi della prima stella Michelin.
IL CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR (CN)

Alessandro Mecca proviene da una storica famiglia di ristoratori torinesi, ma dentro di sé ha sempre avuto un richiamo più per la provincia che per la città. E così nel 2022, affrontando una scelta difficile e sofferta, ha lasciato la Fondazione, venduto il ristorante di famiglia e puntato verso sud: direzione Langhe.


Proprio qui a marzo 2023 ha preso in gestione – grazie anche al sostegno di alcuni soci di capitale – insieme alla sua compagna Samantha la caffetteria e il ristorante del Castello di Grinzane Cavour (CN).
LA CAFFETTERIA
La caffetteria è diventata un piccolo gioiello, luminosa e curatissima. È accessibile a tutti, anche a chi non completa la visita al museo (che io non amo affatto, ma su questo aspetto dovrei scrivere un lungo post sulla gestione del patrimonio artistico italiano) per una colazione vista colline o un aperitivo nel fresco cortile interno.



IL RISTORANTE
Nel ristorante si percepisce da subito un’atmosfera di elegante freschezza e una gran voglia di raccontare a proprio modo questo territorio.


Di qui la scelta di dividere il menù in due parti molto nette: da un lato una proposta tradizionale “Tra le Mura” (euro 70,00) e dall’altra più contemporanea, espressione della cucina di Alessandro, “Punti di Vista”, da scegliere nelle 3 declinazioni di 5, 6 o 8 portate. Terza opzione sempre valida: la scelta alla carta (antipasti e primi piatti euro 25, secondi piatti euro 32, dolci euro 15)


Come prima visita la scelta è stata sulla prima proposta, dove la mano sicura di Alessandro è una conferma di quanto sia bravo a trattare la materia prima con rispetto e sicurezza. Per le prossime visite lascerò totale carta bianca al cuoco.
Grande soddisfazione degli abbinamenti cibo-vino proposti da Simone, giovane sommelier con una grande passione per i piccoli vignaioli e per vini che raccontano in modo autentico e schietto il terroir.

Il Maître Gianluca conduce la sala con quella discrezione e giusta presenza propria di chi vanta una lunga esperienza nel dosarle all’occorrenza.

RIFLESSIONI FINALI
Non ero pronta a un solo aspetto di questa nuova apertura, nonostante conosca bene il territorio. Avevo infatti dato per scontato che Alessandro arrivasse su queste colline preceduto dalla sua “fama” di chef amato e stimato con il lavoro su Torino. Invece per molti langhetti si sta rivelando una grande scoperta (dopo la visita) o un’incognita (prima della visita). Non abbiate dubbi. Entrate in quello che è uno dei vostri castelli più amati, e lasciatevi conquistare da un cuoco che sin da bambino, aggirandosi tra i fornelli del ristorante di famiglia, aveva già capito che questo sarebbe stato il suo unico destino possibile. Proprio come la maggioranza di voi, quando giocavate tra filari di vite e piante di noccioli.